GAP: un terribile rischio sociale
Gioco d’Azzardo Patologico, Gambling e Ludopatia sono
tre nomi diversi dello stesso fenomeno, al contempo psicologico (per
l’esattezza neuro-psicologico), perché riguarda un disturbo della psiche, e
sociale, in quanto la sua diffusione o prevenzione viene influenzata dalla
società.

- ricercare l’avventura o l’eccitamento ancora più
dei soldi;
- continuare a giocare nonostante i ripetuti sforzi
per controllare, ridurre o interrompere il comportamento di gioco;
- tentare di risolvere, attraverso il gioco, i propri
problemi o di alleviare sentimenti di impotenza, di colpa, di ansia, di
depressione;
- mentire ai familiari o alle persone significative,
per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo;
- ricorrere a comportamenti antisociali per ottenere
denaro (come la contraffazione, la frode, il furto o l’appropriazione
indebita), quando le possibilità di ottenere prestiti sono esaurite;
- mettere a repentaglio o perdere le relazioni
significative, il lavoro oppure le opportunità scolastiche a causa del
gioco.
Riconosciuto per la prima volta
come disturbo mentale nel 1980, secondo la classificazione internazionale dei
disturbi mentali (DSM-IV-TR), il GAP rientra nella macro-categoria dei Disturbi
del Controllo degli Impulsi, alla pari, quindi, di disturbi come la piromania e
la cleptomania. Gli studi, però, confermano che nelle persone dipendenti dal
gioco d’azzardo il cervello cambia in modo simile a quello dei tossicodipendenti,
attivando il sistema di ricompensa del cervello, con effetti simili a quelli
delle droghe.
Le categorie di soggetti, che per
le proprie condizioni, si sono dimostrate maggiormente vulnerabili verso lo
sviluppo del GAP, oltre agli adolescenti e agli anziani, sono i giocatori
d’azzardo non patologici, le persone che soffrono di disturbi mentali, le
persone tossicodipendenti e/o alcol-dipendenti, le persone in condizioni di
grave disagio economico e gravate da indebitamento.
Negli ultimi anni, poi, il Gioco
d’Azzardo Patologico ha assunto forme sempre più complesse e meno misurabili
(quindi più pericolose) grazie alla diffusione dei giochi online. Per esempio,
se un giocatore d’azzardo spende due o tre giorni in una sala scommesse, è
facile che venga notato da qualcuno; mentre, i giocatori online possono farlo
in molti modi e luoghi senza essere scoperti. In poche parole con il gioco
d’azzardo online diminuisce la visibilità e il controllo del fenomeno, sia per
chi dovrebbe monitorarlo, sia per il giocatore stesso, che più facilmente e più
velocemente può diventare “patologico”.
Il fenomeno del GAP sta assumendo
sempre più rilievo a livello mediatico, ma quello che viene fatto per
affrontarlo in modo adeguato probabilmente non è abbastanza, in quanto i dati
indicano una tendenza in aumento. Per alcuni autori, quella da gioco d’azzardo
è la patologia da dipendenza con la tendenza di crescita più rapida tra i
giovani e gli adulti. Secondo recenti stime, in Italia, l’intera attività
del gioco d’azzardo ha rappresentato per fatturato, negli ultimi anni, la terza
industria dopo Eni e Fiat. Preoccupa l’ambiguità dello Stato italiano rispetto
al fenomeno del Gioco d’Azzardo Patologico, in quanto, nonostante la continua
introduzione di nuove offerte di gioco d’azzardo pubblico (e quindi
autorizzato), mette in atto solo timidi tentativi di prevenzione ed intervento.
Va evidenziato, infine, che in
Italia le forme di trattamento delle persone malate di Gioco d’Azzardo Patologico
sono piuttosto recenti. Molto spesso, però, prima di arrivare ad affrontare in
modo deciso la propria dipendenza da gioco occorre molta fatica, soprattutto
nell’accettare di avere un problema complesso e non un semplice vizio. Spesso
la prima richiesta di aiuto viene dai familiari, esasperati nella relazione ed economicamente
dalla persona portatrice di tale dipendenza. In questi casi è opportuno
rivolgersi da uno psicologo, in grado di fornire l’assistenza e l’orientamento
adeguati alla problematica, anche indirizzando verso i servizi Asl per le tossicodipendenze
deputati alla diagnosi e al trattamento del gioco patologico e delle altre
forme di dipendenza comportamentale.
Luigi Perrone
psicologo e operatore della CASA
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