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IL LAVORO COME TERAPIA

L'impegno lavorativo nei programmi della CASA

L’equipe della comunità C.A.S.A. “don Tonino Bello”, oggi è impegnata nella strutturazione di programmi terapeutici residenziali individualizzati, che si caratterizzano per interventi psicoterapeutici individuali e di gruppo (oltre che rivolti alle famiglie d’origine ed attuali), educativi e di ergoterapia (di “cura” attraverso il lavoro), rivolti a tossicodipendenti e alcolisti. Parallelamente al cambiamento del fenomeno sociale del consumo di droghe avvenuto negli anni, anche le comunità terapeutiche sono obbligate a mettersi in discussione e a valutare l’efficacia e l’efficienza dei diversi metodi di intervento praticati (Coletti M., Grosso L., 2011). Autocritica e valutazione, però, non devono portare a una cancellazione preventiva di tutto ciò che si ritiene obsoleto ed attinente a un vecchio modello di comunità.

In particolare, l’attività lavorativa ha da sempre avuto un ruolo centrale nelle comunità per tossicodipendenti, anche se oggi in alcuni modelli di comunità il lavoro è un aspetto divenuto di secondaria importanza. Nella comunità C.A.S.A., invece, il peso “terapeutico” dell’attività lavorativa rappresenta ancora oggi un pilastro. Una “cura” in cui l'agente terapeutico è costituito da un'attività lavorativa razionalmente ordinata e monitorata dagli operatori è un elemento imprescindibile nel trattamento di pazienti dipendenti da sostanze e da alcol. È ormai nota, infatti, l’importanza del lavoro nei processi di ristrutturazione mentale in tutti gli individui. E questo avviene naturalmente anche nel caso dei disturbi mentali (es. disturbi antisociali di personalità) o della dipendenza da sostanze.
La comunità C.A.S.A. è organizzata per offrire ai pazienti ospitati una varietà di attività lavorative, che occupano circa la metà del tempo giornaliero. Sono presenti il settore dell’allevamento e della cura degli animali, un laboratorio di prodotti caseari, un laboratorio di restauro del legno e di serigrafia e il settore della campagna con orti e frutteti, oltre a numerose altre attività di gestione e cura della casa. Tutti i pazienti sono seguiti quotidianamente da operatori esperti, che supervisionano le attività sul settore, e periodicamente rielaborano l’esperienza acquisita e le difficoltà incontrate con educatore e psicologo.
La definizione degli obiettivi psico-educativi da raggiungere attraverso l’attività lavorativa costante e strutturata, e la verifica periodica di tale esperienza, permette al paziente di individuare gli aspetti problematici o piuttosto le risorse messe in atto nella relazione interpersonale. Questo avviene perché in comunità si offre al paziente l’opportunità di sviluppare in modo funzionale nuove competenze sociali attraverso la relazione con i pari e con gli operatori.
Inoltre, l’attività lavorativa costante permette a un soggetto tossicodipendente di sperimentare o rafforzare tre aspetti quasi sempre assenti o carenti: l’autostima, il senso di responsabilità e soprattutto un atteggiamento di stabilità (Mercer D.E., Woody G.E., 1999). A loro volta questi elementi possono favorire nell’individuo una migliore gestione della frustrazione (di fronte a stress e difficoltà della vita), oltre che della propria impulsività e aggressività (meccanismi alla base del ricorso alle droghe).

Concludendo, quindi, le attività lavorative rivolte ai pazienti della comunità C.A.S.A. “don Tonino Bello” costituiscono uno degli strumenti di cruciale valenza terapeutica, non secondari alle attività cliniche ed educative più ortodosse. È, infatti, dall’unione di tutti questi strumenti terapeutici che un paziente tossicodipendente o alcolista ricava la “cassetta degli attrezzi” attraverso cui avviare un cambiamento esistenziale.
Luigi Perrone
psicologo ed operatore della CASA

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