L'impegno lavorativo nei programmi della CASA

In particolare, l’attività lavorativa ha da sempre avuto un
ruolo centrale nelle comunità per tossicodipendenti, anche se oggi in alcuni
modelli di comunità il lavoro è un aspetto divenuto di secondaria importanza. Nella
comunità C.A.S.A., invece, il peso “terapeutico” dell’attività lavorativa
rappresenta ancora oggi un pilastro. Una “cura” in cui l'agente terapeutico è
costituito da un'attività lavorativa razionalmente ordinata e monitorata dagli
operatori è un elemento imprescindibile nel trattamento di pazienti dipendenti
da sostanze e da alcol. È ormai nota, infatti, l’importanza del lavoro nei
processi di ristrutturazione mentale in tutti gli individui. E questo avviene
naturalmente anche nel caso dei disturbi mentali (es. disturbi antisociali di
personalità) o della dipendenza da sostanze.
La comunità C.A.S.A. è organizzata per offrire ai pazienti
ospitati una varietà di attività lavorative, che occupano circa la metà del
tempo giornaliero. Sono presenti il settore dell’allevamento e della cura degli
animali, un laboratorio di prodotti caseari, un laboratorio di restauro del
legno e di serigrafia e il settore della campagna con orti e frutteti, oltre a
numerose altre attività di gestione e cura della casa. Tutti i pazienti sono
seguiti quotidianamente da operatori esperti, che supervisionano le attività
sul settore, e periodicamente rielaborano l’esperienza acquisita e le
difficoltà incontrate con educatore e psicologo.
La definizione degli obiettivi psico-educativi da
raggiungere attraverso l’attività lavorativa costante e strutturata, e la
verifica periodica di tale esperienza, permette al paziente di individuare gli
aspetti problematici o piuttosto le risorse messe in atto nella relazione
interpersonale. Questo avviene perché in comunità si offre al paziente
l’opportunità di sviluppare in modo funzionale nuove competenze sociali attraverso
la relazione con i pari e con gli operatori.
Inoltre, l’attività lavorativa costante permette a un
soggetto tossicodipendente di sperimentare o rafforzare tre aspetti quasi
sempre assenti o carenti: l’autostima, il senso di responsabilità e soprattutto
un atteggiamento di stabilità (Mercer D.E., Woody G.E., 1999). A loro volta questi
elementi possono favorire nell’individuo una migliore gestione della
frustrazione (di fronte a stress e difficoltà della vita), oltre che della
propria impulsività e aggressività (meccanismi alla base del ricorso alle
droghe).
Concludendo, quindi, le attività lavorative rivolte ai
pazienti della comunità C.A.S.A. “don Tonino Bello” costituiscono uno degli
strumenti di cruciale valenza terapeutica, non secondari alle attività cliniche
ed educative più ortodosse. È, infatti, dall’unione di tutti questi strumenti
terapeutici che un paziente tossicodipendente o alcolista ricava la “cassetta degli attrezzi” attraverso cui
avviare un cambiamento esistenziale.
Luigi Perrone
psicologo ed operatore della CASA