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LA CASA PER SFIDARE LA CULTURA DELLA TOSSICODIPENDENZA

Un rischio ancora presente

La droga e il terribile, conseguente fenomeno della tossicodipendenza si pongono sempre più e in termini drammatici alla attenzione dell'opinione pubblica, soprattutto perché è difficile individuare le variabili esplicative di una realtà che sfugge a qualsiasi tentativo di rilevazione statistica. 
L'ultimo rapporto C.E.N.S.1.S. parla di «vera e propria rnassificazione», che coinvolge soprattutto la componente giovanile che si presenta «come terreno particolarmente fragile di socialità». Si assiste all'abbassamento dell'età per il primo contatto con la droga pesante: l'età oscilla tra 12 e 13 anni, anche nelle città di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo. 
Ma la droga sta sviluppando una vera e propria cultura che sconvolge il tessuto sociale, lacerandolo verticalmente. Infatti, il dilagare della droga «nel consumismo indistinto ed esasperato» annunzia un processo comportamentale giovanile di omologazione della società dei consumi. Né è da trascurare che la diffusione accelerata della tossicodipendenza è osservabile non solo nelle aree caratterizzate dai processi di mutamento, ma anche in quelle zone dai confini culturali e provinciali evanescenti, in seguito all'espansione delle economie locali. 
Nel contesto di tale realtà dinamica, si deve parlare di penalizzazione del Meridione, in termini di disponibilità di strutture organizzate, pronte a prestare competente professionalità nel servizio. Né bisogna dimenticare nel quadro. nero offerto. dal rapporto, un elemento positivo: il ricorso del drogato ai centri specialistici. 
Questa realtà complessa deve far ci avvertiti a non sottovalutare ulteriormente il fenomeno che talvolta ci trova indifferenti, se non arroccati in una 'sorta di intontimento morale, inteso a strutturare nella coscienza collettiva la droga stessa.
Se così fosse, essa ne uscirebbe vincitrice. Invece, ognuno deve assumere un atteggiamento. di «rivolta» verso di essa. Si deve rifiutare la connivenza, anche quella morale, denunziando e non trincerandosi dietro atteggiamenti di paura, come se il pericolo potesse essere scongiurato non parlandone apertamente e con coraggio.
Né bisogna dimenticare che la droga è mafia, delinquenza organizzata, lauto e facile guadagno operato e perpetrato sulla pelle di poveri innocenti e indifesi. Forse non sono i nostri figli, ma sono quelli del più vicino prossimo. E sul volto del drogato il cristiano deve imparare a riconoscere il volto del povero indifeso e, in ultima analisi, quello del Cristo sofferente. 11 drogato non va scacciato, bensì accolto e curato. Ed è quanto ci si propone di fare nella casa di accoglienza. 
Sforziamoci, in pieno spirito di umiltà e di servigio, di sensibilizzarci collaborando a pieno titolo. 

ENZO FIORENTINO 

da LUCE E VITA, 30 settembre 1984

A conferma che il rischio droga non è lontanissimo si rimanda ad un recente servizio del Redattore sociale del 15 febbraio 2014.


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