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INSIEME, NEL SOLCO DELLA C.A.S.A.

L'invito alla partecipazione e sostegno

Il giorno 8 dicembre celebreremo il XXX anniversario della fondazione della Comunità "C.A.S.A." Quell'8 dicembre del 1984 prima ancora che il punto di partenza della C.A.S.A., fu il punto di arrivo di un grosso impegno di coscientizzazione popolare. Incontri, dibattiti, ricerche, sacrifici finanziari… caratterizzarono quella fase preparatoria che durò per molti mesi, e che portò poi alla inaugurazione della Comunità sulla via Ruvo-Terlizzi prima e poi, dopo alcuni anni, presso Villa Iatta.
La "C.A.S.A." - Comunità di Accoglienza, Solidarietà ed Amicizia-"DON TONINO BELLO", grazie all'audace impulso datole da d. Tonino, è stata e continua ad essere il segno visibile di un cuore gravido di carità operosa della Chiesa locale per le problematiche della tossicodipendenza. La C.A.S.A., i volontari e i ragazzi che hanno beneficiato del cammino terapeutico di ricostruzione della propria vita, sono segni di speranza che vengono posti nel corpo del mondo per accelerarne la risurrezione.
Certo è difficile fare bilanci, perché’ non si tratta solo di contare quanti ragazzi sono riusciti a portare a termine il lungo cammino terapeutico di 2 anni. L’esperienza C.A.S.A. alimenta un certo tipo di economia molto più profonda, difficile da quantificare perché è una realtà di solidarietà che segna tutti quelli che entrano nella sua sfera d’azione: ospiti, volontari, operatori e amici. 
La comunità C.A.S.A. è una comunità formato famiglia. Il nome stesso indica la dimensione educativa che si persegue; un ritmo di vita familiare che trova il suo fondamento nella gratuità, nella donazione, nel servizio, nel gusto di vivere nel rispetto e nell’amore di se stessi e degli altri. In fondo si tratta di valorizzare e celebrare la nostra comune umanità. Ciascuno si fa carico delle povertà dell’altro e si arricchisce anche della sua specificità. E poi, è vero che l’insieme è molto più della somma dei suoi singoli elementi!
La comunità C.A.S.A. chiede ai giovani di dar spazio alla fantasia del cuore per poter fare viaggi molto meno costosi di quelli procurati dalla droga e di simpatizzare per una cultura altra, una cultura di vita condivisa staccandosi da quelli che sono i modelli culturali disumani proposti dalla nostra società. Si tratta di ricostruire il proprio io capace di relazioni e gratuità; assaporare un nuovo modello sociale con cui identificarsi e scoprire alti ideali verso i quali riorientarsi; una rieducazione dal punto di vista emotivo e relazionale.
L’estraniarsi per un periodo di tempo dalla vita di ogni giorno, dalla propria famiglia d’origine e da quella realtà sociale che ha segnato tanti, è un modo per far nascere nel cuore di tanti giovani un sogno alternativo: vivere insieme e vivere tutti in pienezza è possibile! Questo è il valore aggiunto di coloro che intraprendendo il cammino terapeutico in comunità.
Nell'anno dedicato alla fede è importante notare come la comunità C.A.S.A. nel suo essere e operare risponda ad una autentica esigenza di incarnazione. D. Tonino avrebbe parlato della chiesa del grembiule; di una comunità ecclesiale che seguendo lo stile del Maestro si fa eucarestia, si frantuma e si offre come pane: si alzò da tavola, depose le sue vesti, si cinse di un asciugatoio e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli. L’apostolo Giacomo è eloquente quando scrive: Io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. 

Don Michele Stragapede

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